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I vostri nomi sono scritti nei cieli
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PERILLO, Davide

I vostri nomi sono scritti nei cieli

Milano : Rizzoli, 2022

Abstract: Una biografia unica dedicata alla vita e alla straordinaria attività di Rose Busingye, figura di ispirazione dentro e fuori dal mondo religioso, per raccontare l'eccezionale esperienza di solidarietà e aiuto portata avanti da molti anni in Uganda, nel cuore del continente africano. Davide Perillo - scrittore e giornalista a lungo direttore della rivista "Tracce" - racconta la storia di coraggio, di fede e di servizio che ha portato Rose Busingye a essere un punto di riferimento per tutto il mondo degli aiuti allo sviluppo: infermiera professionista, Rose si è dedicata alla cura di donne vittime di violenza e a pazienti affetti da HIV/AIDS aiutandoli a guardare oltre la malattia e la povertà. Con la sua attività è riuscita a restituire speranza e dignità a chi l'aveva perduta: grazie all'incontro con una figura chiave come don Luigi Giussani e all'aiuto di organizzazioni missionarie e realtà come AVSI, Rose ha dato vita al Meeting Point International di Kampala, creando non solo un luogo di cura per i malati, ma anche due scuole, un centro di formazione per gli insegnanti e soprattutto uno spazio di dialogo e accoglienza, aperto a chiunque voglia avvicinarsi. Un'ispirazione e una testimonianza resa ogni giorno con la propria vita, che in questo testo viene per la prima volta raccontata da chi ne è protagonista.

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Alla domanda “E tu hai il cuore pieno?” Rose risponde: “Sì. Veramente. Sono una poveraccia, ma posso dire che il mio tesoro nel mondo è la mia vocazione. Un po’ come all’inizio: non ho nulla di importante da dare, ma solo il mio niente: Ma se c’è qualcosa per cui vale la pena vivere, è Cristo. Se vale la pena spendersi, fare, gioire, soffrire… è per questo”.
L’avventura, tuttora in pieno corso, di Rose Businge è ampiamente documentata nel libro I vostri nomi sono scritti nei cieli di Davide Perillo, che incontra l’attivissima keniota al Meeting Point International di Kampala, dopo aver raccolto una grande quantità di testimonianze da persone che l’hanno incontrata in vari contesti e circostanze. Rose è appena quindicenne, quando è sconvolta dalle vicende della guerra civile che si scatena nel suo Paese: i nemici le uccidono una sorella e lei perdona i suoi assassini ed esorta la madre a perdonare anch’essa. Un’altra volta, mentre è in compagnia di un’amica, si vede puntare addosso il fucile; “al momento di sparare, però, il fucile non funzionò. Il fucile cadde a terra – scrive Rose nel suo diario da adolescente. – Noi due incominciammo a correre, fino a casa. Dissi alla mia amica: ‘Hai visto che cosa il Signore ha fatto per noi? Attraverso la Vergine, ha risparmiato le nostre vite. Andiamo a pregare per il soldato”. Rose ha fin da giovanissima una fede salda, che ha alimentato incontrando il sacerdote comboniano Padre Tiboni e il movimento CCL (Christ Communion and Life). Quando poi Padre Tiboni incontra don Giussani e Comunione e liberazione, la persona di Giussani si rivela subito per Rose l’autorità che, conducendola ad un legame sempre più saldo a Gesù, la renderà protagonista di una vera rivoluzione sociale.
Completando i suoi studi, Rose si diploma infermiera e inizia ad interessarsi ai poveri di due slum di Kampala; specialmente si prende cura di donne malate di AIDS e provate da esperienze di schiavitù e di violenze, inferte loro dai guerriglieri di parte avversa. Si sorprende e prova una grande delusione, quando constata che non vogliono curarsi, rifiutando categoricamente di prendere i farmaci che lei ha potuto faticosamente procurarsi. Inizia perciò con ciascuna di queste ammalate un lavoro paziente, teso a far scoprire la dignità e il valore di ogni persona umana. “Tu sei un valore”, ripete insistentemente Rose ad ogni persona povera e ammalata che avvicina “non sei definita dalla tua malattia”. Da qui nasce in breve tempo il Meeting Point International, un luogo dove le donne, benché malate e profondamente ferite dai traumi subiti in passato, iniziano a curarsi, a lavorare spaccando pietre, a prendersi cura dei loro piccoli, fino a desiderare che si costruisca per loro una scuola (anziché un ospedale, come avrebbe voluto Rose).
Oggi la Don Luigi Giussani, istituita a Kampala nei pressi dello slum dove Rose ha incontrato le sue prime ammalate di AIDS, comprende una scuola per l’infanzia, una primaria e una Hight School di grande prestigio, mentre tra le donne del Meeting Point sono sorte altre iniziative interessanti, come l’istituzione di un “microcredito autogestito”; sorprendenti e commoventi anche alcuni gesti di solidarietà, come il sostegno in denaro (ma le donne di Rose avrebbero voluto recarsi sul posto, per dare il loro aiuto) agli abitanti di New Orleans, flagellati nel 2005 dal ciclone Katrina, e ai terremotati de L’Aquila nel 2009.
Davide Perillo, riportando le testimonianze di molti amici di Rose, documenta dettagliatamente l’operato dell’umile infermiera Keniota; mette tuttavia maggiormente in risalto la genesi di tutto questo, spiegando parole chiave come appartenenza, compagnia, commozione, libertà… e scegliendo di non tacere i momenti di crisi di Rose, superati con l’impagabile vicinanza di don Giussani, che le disse un giorno (questo è “l’inizio”, quando lei confessava “non ho niente di importante nella vita da dare a Gesù”): “Dillo a tutti, sempre! Perché tutti pensano di dare qualcosa di importante a Gesù e così, per tutta la vita, è come se aspettassero la ricompensa. E invece è Lui che prende il nostro niente e lo salva!.”
(Gregorio Curto – 2022-12-30)

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