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Città del Vaticano : Libreria Pienogiorno, 2022
Abstract: La felicità non si può comprare, quella tutt'al più è euforica illusione. La felicità non si può vendere, chi la spaccia è un impostore. La felicità si accoglie, perché è un dono che ci è stato fatto. La felicità non si possiede, perché se non la si condivide appassisce e muore. La felicità si regala, perché è l'unico modo per viverla. La felicità può inciampare, ma non può essere tolta. La felicità è libertà. La felicità rende belli. La felicità rende ricchi. La felicità non è vivacchiare. La felicità è avere sogni di vera gloria. La ricerca della felicità è comune a ognuno di noi, a tutte le età, a tutte le latitudini. È un desiderio di pienezza che Dio ha deposto nei nostri cuori inquieti e che - ben distante dalle troppe effimere offerte "a basso prezzo", "condizionate", "usa e getta", destinate a lasciarci ancor più vuoti e delusi - può rispondere in realtà solo alla nostra essenza più autentica e profonda. "Ti voglio felice" è il manifesto di Papa Francesco per la felicità di ogni uomo e donna. In queste pagine le parole del Pontefice - e anche quelle dei libri e dei film che più ha amato - tracciano il percorso concreto per una gioia vera, che non disconosce affatto le difficoltà dell'esistenza ma le affronta, le sublima, le supera, per un'autentica realizzazione di sé. Perché la felicità è già ora: il centuplo in questa vita. E poi per sempre. Con i brani più amati di Borges, Dante Alighieri, Hölderlin, Benson, Sant'Agostino, Bernárdez, Novalis, San Francesco d'Assisi, Pasternak, Dostoevskij, Sant'Ignazio, Fellini, Manzoni, Chesterton, Virgilio, Tolkien e molti altri. Pubblicato in collaborazione con Libreria Editrice Vaticana, "Ti voglio felice" è un manifesto per un'autentica realizzazione di sé.
27 agosto 2023 alle 12:00
Ti voglio felice è una raccolta di interventi di Papa Francesco, tenuti in varie occasioni e in diversi luoghi, rivolti principalmente ai giovani. Vi si trovano pertanto alcune tematiche ricorrenti, ma sempre la freschezza di una parola serena, che non stanca mai, volta a rincuorare e incoraggiare. Tali sono i richiami alla speranza. Il Santo Padre rileva che ci sono tante persone tristi, come quei giovani che, dopo aver sperimentato tante cose, non hanno trovato il senso della vita e cercano il suicidio come soluzione. “Hanno provato tante cose ma la società, che è crudele, non ti può dare speranza. La speranza è come la grazia: non si può comprare, è un dono di Dio. E noi dobbiamo offrire la speranza cristiana con la nostra testimonianza, con la nostra libertà, con la nostra gioia”.
In altre pagine Papa Francesco esorta i giovani a non spegnere il desiderio, precisando che questo non è la voglia del momento, ma la “mancanza della stella” (dal latino de-sidus), cioè la mancanza di un punto di riferimento che orienta il cammino della vita; è perciò “la bussola per capire dove mi trovo e dove sto andando, anzi è la bussola per capire se sto fermo o sto andando: una persona che mai desidera è una persona ferma, forse ammalata, forse morta”. La vita infatti è un cammino al quale non ci può sottrarre, un cammino sempre affascinante, anche quando le asperità lo rendono arduo: “Camminare è l’arte di guardare l’orizzonte, avendo in mente dove io voglio andare, ma anche sopportando la stanchezza del cammino. Molte volte il cammino è difficile… Ma pensate sempre a questo: non abbiate paura dei fallimenti, non abbiate paura delle cadute. Nell’arte di camminare, quello che importa non è non cadere, ma non ‘rimanere caduti’. Rialzarsi e continuare ad andare: questo è camminare umanamente”. A questo proposito il Santo Padre esorta anche a non censurare nulla del proprio passato. “Come trattate – chiede – i fatti e le immagini impressi nei vostri ricordi? Ad alcuni, particolarmente feriti dalle circostanze della vita, verrebbe voglia di ‘resettare’ il proprio passato, di avvalersi del diritto dell’oblio. Ma vorrei ricordarvi che non c’è santo senza passato, né peccatore senza futuro. La perla nasce da una ferita dell’ostrica! Gesù, con il suo amore, può guarire i nostri cuori, trasformando le nostre ferite in autentiche perle”.
Le esortazioni ai giovani si colorano spesso di immagini vivaci, che li inducono a non restare inerti, ma a rischiare: “Non rinunciate al meglio della vostra giovinezza, non osservate la vita dal balcone… Non siate auto parcheggiate, lasciate piuttosto sbocciare i vostri sogni e prendete decisioni. Rischiate, anche se sbaglierete. Non sopravvivete con l’anima anestetizzata e non guardate il mondo come se foste turisti. Fatevi sentire! Scacciate le paure che vi paralizzano, non diventate giovani mummificati. Vivete! Datevi al meglio della vita!”.
Papa Francesco può ben rivolgersi, con la profondità e la semplicità delle sue parole ad ogni giovane a ad ogni uomo, senza dimenticare che la radice della gioia è in Gesù e nel Vangelo, proprio perché seguendo Gesù si compiono i desideri più autentici e più profondi del cuore dell’uomo. Così può dire della gioia che “non si può fermare: deve andare avanti perché è una virtù pellegrina. È un dono che cammina, che cammina sulla strada della vita, che cammina con Gesù: predicare, annunziare Gesù, la gioia, allunga la strada e allarga la strada. Ed è una virtù di quei grandi che sono al di sopra delle pochezze, che sono al di sopra delle piccolezze umane, che guardano sempre all’orizzonte. La gioia è una virtù del cammino”.
Altro tema sviluppato in diversi capitoli del libro è quello del perdono e della misericordia. Papa Francesco rilegge infatti e commenta la parabola del buon samaritano, in altre pagine si sofferma sulle beatitudini e sulle opere di misericordia tratte dal capitolo 25 del Vangelo secondo Matteo, in altre ancora esorta al perdono: “Ci sono due cose che non si possono separare: il perdono dato e il perdono ricevuto. Tante persone sono in difficoltà, non riescono a perdonare. Tante volte il male ricevuto è così grande che riuscire a perdonare sembra come scalare una montagna altissima”, ma aggiunge “questo fatto della reciprocità della misericordia indica che abbiamo bisogno di rovesciare la prospettiva. Da soli non possiamo, ci vuole la grazia di Dio, dobbiamo chiederla”.
Ogni esortazione del Santo Padre – questo il pensiero dominante di tutto il libro - è imperniata sulla consapevolezza che “Dio vuole per noi il meglio: ci vuole felici. Non si pone limiti e non ci chiede interessi”. Per questo è ragionevole non censurare l’invito a una conversione: “Gesù che è con noi ci invita a cambiare vita. È Lui, con lo Spirito Santo, che semina in noi questa inquietudine, affinché cambiamo vita e diventiamo migliori. Seguiamo questo invito del Signore e non poniamo resistenze, perché solo se ci apriamo alla sua misericordia troviamo la vera vita e la vera gioia”.
(Gregorio Curto – 2023-08-05)
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