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× Nomi Andreoli, Vittorino

Trovati 55 documenti.

La dittatura del denaro. Contro le menzogne dell'economia
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Andreoli, Vittorino

La dittatura del denaro. Contro le menzogne dell'economia

Solferino, 12/01/2024

Abstract: Da una parte il cervello, uno degli organi più complessi del corpo umano; dall'altra il denaro, come strumento da lungo tempo utilizzato per favorire il commercio, le attività umane e l'organizzazione stessa della società. Il loro rapporto non è mai stato semplice. Già Aristotele distingueva tra ciò che è "naturale", soddisfare le necessità primarie, e il "non-naturale", in cui è inclusa la ricchezza. Il denaro non ha alcuna caratteristica per rispondere alle dinamiche dei bisogni del corpo, della mente, delle relazioni con l'ambiente, naturale e sociale. Se esce dalla sua dimensione di strumento, genera anzi lotta, confusione, egocentrismi e maniacalità. Il denaro permette la "sopravvivenza ", ma anche il "potere", insito in quella parola "profitto" che per l'economia è la modalità per ottenerlo. E può produrre veri e propri disturbi di dipendenza quando da mezzo diventa fine ultimo, condizionando il presente e il futuro del singolo.In questo senso il minimalismo che nasce come rigetto in molti giovani, se non è un modello da proporre, rappresenta però un primo passo in cui si cerca un modus vivendi che prescinda dai condizionamenti alienanti della dittatura dell'economia. Il dramma, e nello stesso tempo la consapevolezza, è che di fronte al profitto l'etica umana viene dimenticata. Ecco perché – sostiene l'autore – occorre allontanarsi dal culto del Dio-denaro per tornare a un'economia dal volto umano, all'individuo e al suo significato di essere nel mondo. Una "psicoeconomia" del bene aperta a campi come quelli della fragilità dei sentimenti e delle relazioni e ai valori che sono alla base del vivere comune.

Lettera a un vecchio (da parte di un vecchio)
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Andreoli, Vittorino

Lettera a un vecchio (da parte di un vecchio)

Solferino, 10/01/2023

Abstract: "Ho deciso di scrivere questa lettera perché vorrei che ogni vecchio, uomo o donna, fosse consapevole della straordinarietà di aver raggiunto questa fase della vita." L'ultimo capitolo della nostra esistenza, come l'ultimo capitolo di un libro, è spesso anche il più interessante. E per spiegarlo Vittorino Andreoli utilizza una lettera diretta e appassionata. Una lettera che accompagna a prendere consapevolezza del proprio corpo e della propria mente, scoprendo le funzioni e le possibilità della senectus, come la chiamavano elegantemente i latini. A che cosa serve avere memoria di numeri, nomi o dettagli geografici quando si passa da un teatro operativo a uno fatto di sentimenti e di elaborazioni del pensiero? A una certa età serve piuttosto una memoria storica e sintetica. Più della precisione e della rapidità immediate conta rivivere e raccontare il passato non dentro la nostalgia, ma come fonte per disegnare meglio il presente e il futuro. È errato anzitutto credere che il tema attorno a cui ruota l'esistenza del vecchio sia la morte. Occorre invece che la società si convinca che egli ha bisogno di essere utile, di avere un senso proprio nel presente. Solo così si possono rimettere al centro il desiderio e le caratteristiche degli anziani, evitando loro il dolore dell'esclusione e dell'abbandono.

Insieme si vince. La forza della cooperazione nella nostra vita
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Andreoli, Vittorino

Insieme si vince. La forza della cooperazione nella nostra vita

Solferino, 12/09/2023

Abstract: Il desiderio profondo del singolo uomo, così come il bisogno della specie a cui appartiene, non è centrato sulla figura del nemico e della guerra, ma al contrario su condizioni che permettano l'amicizia e l'amore. Sono queste le risposte adeguate alla fragilità della nostra condizione che ha sempre bisogno di "un altro" da cui ricevere aiuto e disposto a sua volta a donarsi.Per aiutarci a comprendere questo principio, Vittorino Andreoli mette in discussione quella parte della teoria dell'evoluzione che considera "naturale e necessaria" la "lotta per l'esistenza", indicata da Charles Darwin come imperativo per tutte le specie che abitano il nostro pianeta. Una visione che lega la vita alla forza di eliminare e non di costruire, di uccidere e non di stare insieme. All'interno di una concezione che riduce l'uomo a una macchina che segue l'istinto stampato nella genetica in maniera "fatale". Darwin non poteva conoscere le grandi scoperte della biologia recente, che ha permesso di definire la plasticità di parte del nostro cervello, da dove emergono funzioni che hanno un vasto margine di guida e che permettono di attribuire all'uomo desideri e capacità per attivare la condivisione e adattarsi in maniera pacifica alla natura e alla vita "insieme". Diventa dunque ipotizzabile un'evoluzione della specie all'insegna non della lotta ma della cooperazione. E la vita dell'uomo può inserirsi in uno scenario in cui le difficoltà sono affrontate in maniera pacifica attraverso l'aiuto reciproco che porta a condannare la guerra. Una riflessione affascinante che diventa l'occasione per compiere un viaggio dentro la mente dell'uomo nel tentativo di comprendere il senso dell'esistenza di chi è stato posto all'apice dell'albero dei viventi.

Storia del dolore
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Andreoli, Vittorino

Storia del dolore

Solferino, 03/02/2022

Abstract: Il dolore, fisico e forse soprattutto mentale, è una delle caratteristiche della specie umana e non è accettabile che l'argomento continui a rimanere un tabù, come se non fosse parte della storia comune a ciascun esser vivente. Per questo è importante raccontarlo: è un modo di affrontarlo ed elaborarlo, di vedere e ascoltare in modo autentico le persone che vivono vicino a noi ma anche noi stessi e la sofferenza che fa parte della nostra vita.Vittorino Andreoli affronta questo particolare "sentimento" al di là di ogni reticenza, facendone il protagonista di questo libro che incrocia le vite di uomini e donne, le sfide e i destini paralleli di giovani e vecchi. Il dolore è narrato attraverso storie che illustrano e spiegano il mondo quotidiano: dalle conseguenze della pandemia (il lockdown della mente) alla tragedia delle migrazioni (la necessità dell'esodo), dal rapporto tra generazioni (il confronto tra un nonno e un nipote) alla condizione della vecchiaia (il silenzio della memoria) e all'emarginazione del mondo contadino (una corte di campagna). Un itinerario unico e illuminante alla scoperta della parte più vera e nascosta della nostra mente.

Contaminazione
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Andreoli, Vittorino

Contaminazione

Solferino, 06/09/2022

Abstract: La contaminazione esprime la paura di essere invasi da qualcosa o da qualcuno e mette in crisi la nostra singolarità. Esiste dai tempi più lontani: la ritroviamo nel Noli me tangere di Gesù nel Vangelo e nel cristianesimo con il rito del battesimo che toglie i peccati dell'uomo, ma anche in altre religioni, nelle caste degli intoccabili, nella presunta purezza dell'ordine nobiliare e nella discriminazione delle razze. Risponde a un bisogno di identità ed è letteralmente esplosa con la pandemia di coronavirus, rispetto a cui i comportamenti dell'uomo sono stati incredibilmente simili in tutto il mondo, sul piano individuale e di gruppo, al di là delle differenze nazionali e culturali. Una concordanza fondata su elementi biologici che la paura del virus ha attivato, facendo presa dunque sulla costituzione generale ed essenziale della specie umana. Come ci ha cambiato questa esperienza collettiva, arrivata in un'era di vera e propria "religione della cute"? E con quali conseguenze per tutti? Vittorino Andreoli spiega, non senza vis polemica, che una di queste è stato il panico che usa la negazione: il no che diventa no-vax, no-lockdown, no-limits, attraverso un processo di regressione mentale che richiede di perdere il pensiero logico e porta ai no dell'infanzia. L'uomo scopre così i propri limiti e deve finalmente affrontare la propria fragilità, la necessità di trascendenza, il bisogno di rimuovere la realtà.

Baby gang. Il volto drammatico dell'adolescenza
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Andreoli, Vittorino

Baby gang. Il volto drammatico dell'adolescenza

Rizzoli, 26/01/2021

Abstract: Il fenomeno delle baby gang è in costante aumento e la cronaca riporta sempre più spesso episodi di bullismo, di vandalismo, furti e violenze sessuali che hanno per protagonisti adolescenti, ma a volte anche bambini. Non si tratta di un problema circoscritto alle cosiddette "periferie urbane disagiate", ma può riguardare tutte le classi sociali. Che cos'è accaduto? Abbiamo cresciuto una generazione di criminali? La società moderna e le nuove tecnologie hanno travolto i ragazzi davanti agli occhi di genitori assenti o impotenti? E soprattutto: cosa fare di fronte ad atteggiamenti che possono sfociare in azioni che infrangono non solo la legge dello Stato ma anche i princìpi elementari dell'etica umana? Per rispondere a queste domande bisogna capire le dinamiche psicobiologiche che stanno dietro i comportamenti delle baby gang, spiega Vittorino Andreoli in questo libro. Significa parlare di adolescenza, l'età della metamorfosi, dell'insicurezza e della frustrazione, la fase dell'esistenza che segna il distacco dalla famiglia e in cui i coetanei diventano il principale riferimento nel bene e nel male, e in particolare di come il gruppo dei pari età si trasforma in una gang. "Solo considerando il fenomeno in tutte le sue sfaccettature è possibile aiutare gli educatori - in primo luogo genitori e insegnanti - e la società con le sue istituzioni a individuare i modi per prevenirlo e per curarlo." E in questo modo "insegnare a vivere" nel rispetto reciproco e nell'accettazione della fragilità propria e altrui.

La famiglia digitale. Come la tecnologia ci sta cambiando
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Andreoli, Vittorino

La famiglia digitale. Come la tecnologia ci sta cambiando

Solferino, 14/01/2021

Abstract: La famiglia è un'istituzione con origini antiche ma è sempre mutata nel tempo seguendo i passaggi e le grandi tendenze economiche, sociali e culturali. Sta ora vivendo la sua fase digitale ed è sempre più influenzata dal trionfo di internet e dell'uso dello smartphone che è diventato un'appendice del nostro corpo e della nostra mente. Quali sono le conseguenze di questi mutamenti? Cosa sta succedendo alle figure dei genitori e dei figli e alle relazioni tra loro? E quali sono i rischi per l'immediato futuro se non si affrontano i problemi che stanno emergendo nella vita quotidiana e nei comportamenti, dagli eccessi sui social network al mutismo affettivo, dalla falsa percezione del tempo al dominio dell'economia dell'inutile?Sono alcune delle questioni che Vittorino Andreoli affronta in questo libro analizzando gli effetti della trasformazione "digitale" in atto. Un saggio di ampia prospettiva e forte attualità che evidenzia i pericoli di un adattamento passivo al cambiamento tecnologico e il rischio di una società senza famiglia, ma che riconosce anche la capacità del nucleo parentale di ritrovare la forza e le funzioni peculiari che l'hanno caratterizzato in millenni di storia.

L'origine della coscienza. I segreti della nostra mente
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Andreoli, Vittorino

L'origine della coscienza. I segreti della nostra mente

Solferino, 09/09/2021

Abstract: L'uomo è ancora "un grande sconosciuto" e la sua coscienza è il più difficile interrogativo che la scienza sta affrontando oggi, potendo contare sempre di più su nuove tecnologie che permettono di osservare il cervello mentre svolge funzioni motorie o puramente mentali e persino in differenti stati emotivi e sentimentali.Vittorino Andreoli, che ha vissuto nei laboratori della ricerca scientifica applicata al cervello per una decina di anni prima di passare alla clinica e, dunque, di osservare il cervello "dentro un uomo tutto intero", ha maturato un'affascinante teoria della coscienza, che espone per la prima volta in queste pagine.Dalla fantasia al sogno, dall'immginazione alla meditazione, dal linguaggio al dolore, dall'inconscio alla follia, dalla moralità al tempo, dal sesso alla morte: l'autore ci accompagna in un viaggio che porta alla nascita di una nuova visione della consapevolezza di noi stessi e dunque a un'analisi dell'uomo nel tentativo di mostrare come i suoi comportamenti siano sempre legati alla sua mente.

Homo incertus. Il bisogno di sicurezza nella società della paura
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Andreoli, Vittorino

Homo incertus. Il bisogno di sicurezza nella società della paura

Rizzoli, 14/01/2020

Abstract: La condizione umana è caratterizzata dal bisogno di aggregazione per vincere il senso della paura e dell'insicurezza che si accendono di fronte ai pericoli dell'ambiente, del mondo. Ci sono periodi della storia in cui questi sentimenti si fanno particolarmente intensi e rendono l'esperienza esistenziale ancora più difficile. Se la comunità serve a dare certezze e difesa, si può giungere alla paura di vivere a contatto con gli altri come se un uomo fosse un nemico sempre. E cosi si finisce per rimanere soli mentre si cerca disperatamente un rifugio. Non vi è dubbio che esistono momenti storici e società che danno maggiore sicurezza, che moderano l'incertezza e il dubbio, e altri dove invece si è allertati dai pericoli e si vivono con incertezza persino i sentimenti e le relazioni affettive. Di fronte a questo quadro era necessario che un grande psichiatra affrontasse sistematicamente il tema partendo proprio dalla conoscenza del comportamento umano all'interno della società. Ed è così che il professor Vittorino Andreoli costruisce un'analisi che non vuole essere teorica, ma aiutarci a capire noi stessi e il mondo in cui ci muoviamo. Un'analisi che mostra le sorgenti psicologiche e sociali dell'incertezza, che ci mette davanti gli obiettivi di una sicurezza possibile e di una invece impossibile, poiché l'uomo si trova in un mondo che conosce solo in parte e che non può mai renderlo tetragono e sicuro. Il professor Andreoli, con tutta la competenza e l'umanità di un grande autore, ci suggerisce come gestire l'insicurezza e giunge a mostrarci la nostra fragilità che richiede l'aiuto dell'altro, di un'altra fragilità, e fare così dei legami interumani la via per vincere la paura. Come a dire che due fragilità generano forza. Innescando un processo di legami più ampi che uniscano una comunità, imparando a comprendere invece che a isolare e combattere. Una strategia esistenziale che rende allora l'insicurezza umana uno stimolo a proteggere, provando sicurezza proprio nel dare aiuto all'altro come una madre che si sente forte nel proteggere il proprio bambino.

Una certa età. Per una nuova idea della vecchiaia
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Andreoli, Vittorino

Una certa età. Per una nuova idea della vecchiaia

Solferino, 16/01/2020

Abstract: In un mondo dove l'uomo crede di avere in mano il suo destino, corriamo un grande rischio: non ammettere che il filo rosso dell'esistenza si possa indebolire e spezzare e non comprendere gli aspetti positivi di ogni trasformazione a partire dalla bellezza di invecchiare.Vittorino Andreoli ci racconta la vecchiaia come capitolo originale dell'esistenza e non come un'età "malata". Chi ha "danzato a lungo col tempo" ha maggiore capacità di sperimentare la gioia e considerare il piacere. Talvolta è sufficiente un sorriso, un nipote che si mostra interessato ad ascoltare, l'affiorare di un sentimento puro.Il piacere si lega alla tenerezza, a una nuova intimità, alla lentezza di un gioco che impegna tutto il corpo e che si fa sempre più creativo, slegato com'è dai modelli prestazionali della cosiddetta "vita attiva". Siamo passati dalle generazioni biologiche a quelle psicologiche e, infine, a quelle digitali, che hanno ribaltato i rapporti tra giovani e vecchi, mettendo in crisi l'idea di saggezza e di autorevolezza.Ma è solo recuperando il ruolo cruciale dell'ultima età che possiamo iniziare a riparare la società in cui viviamo, sostituendo ai concetti meccanici di salute e malattia una nuova dimensione del "bendessere".

Le sorgenti del sogno
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Andreoli, Vittorino

Le sorgenti del sogno

Marsilio, 02/07/2020

Abstract: "Mi considero un esploratore alla ricerca delle sorgenti del sogno". Così Vittorino Andreoli si avventura in un'impresa affascinante quanto stimolante: un viaggio alla scoperta delle origini di un'esperienza da sempre al centro delle riflessioni umane. Se fin dall'antichità la dimensione onirica ha sedotto e allo stesso tempo spaventato, come porta d'ingresso a una dimensione spirituale e misteriosa, con l'affermazione della psicoanalisi il sogno è diventato il mezzo fondamentale per accedere all'inconscio, rivelare le nostre pulsioni e scoprire i traumi subiti e celati. Evidenziando ciò che lega il sogno alla memoria, al meccanismo difensivo dell'oblio e ai desideri, alla coscienza e al vissuto personale, l'autore ne fornisce un'interpretazione originale sulle tracce delle intuizioni di Freud ma indicandone gli errori o quanto delle sue teorie può ritenersi superato. Soprattutto, spiega lo psichiatra, non bisogna considerare quella tra mondo reale e mondo onirico una relazione a senso unico. L'esplorazione di Andreoli arriva infine a porsi una domanda fondamentale per il futuro dell'uomo: con il prevalere di un mondo virtuale globalizzato e di massa, corriamo il rischio che questo sommerga, o peggio cancelli, la funzione immaginativa del cervello?

Fare la pace. L'importanza delle parole nella riconciliazione
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Andreoli, Vittorino

Fare la pace. L'importanza delle parole nella riconciliazione

Solferino, 10/09/2020

Abstract: Rancore, superbia, esclusione. Sono alcune delle parole d'ordine della società in cui viviamo che portano a situazioni di conflittualità a ogni livello, da quello della famiglia a quello politico nazionale e internazionale.Nel suo nuovo libro Vittorino Andreoli parte proprio dalle parole capaci di promuovere pace o guerra per riscoprire il senso e la necessità della riconciliazione con se stessi e con gli altri. Un obiettivo di cui si sente sempre più il bisogno, liberatorio nei ritmi di una vita spesso frenetica. Abbiamo assaporato il gusto di un dibattito placato per qualche settimana in piena emergenza pandemica, ma in generale l'esigenza di una "tregua" della tensione relazionale e sociale cresce non appena si rialza il tasso polemico pubblico e privato.Al contrario del motto latino "Si vis pacem, para bellum", se si vuole la pace occorre anzitutto prepararla essendo pronti a evitare di enunciare la "verità", di rivendicare la "proprietà", di diffondere il "sospetto", di estremizzare la "passione". Pronti insomma a rinunciare a qualcosa per il conseguente bene proprio e di tutti.

Il rumore delle parole
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Andreoli, Vittorino

Il rumore delle parole

Rizzoli, 15/01/2019

Abstract: Al ventiduesimo piano di un condominio di periferia vive un vecchio. Non esce mai, non incontra nessuno, nemmeno i figli o i nipoti lo vanno a trovare. Il mondo che sta là fuori gli è estraneo, eppure lui sente che, pur non avendo più alcun ruolo sociale, la sua esistenza ha ancora un senso. Del resto, che la vecchiaia inizi a sessantacinque anni è una pura convenzione stabilita dalla società fondata esclusivamente sul lavoro e sul denaro. Così si siede davanti a un microfono e, invece di rompere la sua solitudine varcando la porta di casa diretto al bar o ai giardinetti, apre la porta verso l'universo virtuale ed entra nella rete. Con grande "sospetto" e incertezza racconta le sue riflessioni su alcune parole che hanno riempito la sua esistenza. Democrazia, assurdità, bellezza e vecchiaia: sono questi i termini attorno a cui costruisce quattro lezioni virtuali. Le sue sono parole al vento o c'è qualcuno disposto ad ascoltarlo? Con un certo stupore il vecchio scopre che il suo pubblico cresce lezione dopo lezione. Abbattuto il muro che lo escludeva da qualsiasi relazione, si rende conto di avere di nuovo una voce. Sa di essere fragile, ma è proprio quella fragilità a renderlo più umano. Nella dimensione del "noi" che emerge a poco a poco, capisce che l'unica cosa che conta davvero è il presente e che "vivere non è parlare, ma correre da chi ha bisogno". Parole vuote? Parole come semplice rumore? Vittorino Andreoli mette in scena in queste sue nuove pagine un teatro della verità a tratti autobiografico. Smaschera i pregiudizi del nostro tempo, che considera la vecchiaia come l'età della vergogna, dimenticando che la fragilità del vecchio è la rappresentazione della condizione umana, del significato stesso dell'uomo nel mondo.

Benedetta follia. Dai padri del deserto ai mistici di oggi
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Andreoli, Vittorino

Benedetta follia. Dai padri del deserto ai mistici di oggi

Piemme, 16/04/2019

Abstract: "Quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti...".È Paolo di Tarso, nella celeberrima Prima Lettera ai Corinzi, a fare la diagnosi sui "folli di Dio" e, quindi, sulla "follia di Dio". Appare conseguente, infatti, che, se Dio chiede di essere seguito dai folli, è Egli stesso un folle.Subito, però, va definito il significato del termine. Fin dagli albori, la Chiesa li ha chiamati "folli in Cristo". Strani personaggi che si mostravano bizzarri, autolesionisti, pazzi, per ricondurre gli uomini alla "follia della Croce", per essere eco della parola di Dio non con un linguaggio sapiente, ma con l'efficacia dell'esempio, con lo smascheramento dei difetti umani, con l'ironia verso atteggiamenti, pensieri e azioni che si pretendevano sensati o devoti, ma che in realtà lasciavano grande spazio alla doppiezza.Dagli eremiti del deserto dei primi secoli cristiani, passando per gli asceti del Medioevo tormentati dall'ossessione per il peccato e il demonio, fino ai mistici delle epoche recenti, lo psichiatra Vittorino Andreoli si addentra nell'analisi di questa "strana follia" attraverso un excursus storico-letterario di grande fascino, fondato sulle fonti più accreditate.La domanda provocatoria che attraversa tutto il libro è: ma allora si può parlare di un Dio insensato? Chissà? ...si interroga l'autore, forse quest'antica sana follia è una demenza lucida di cui questi nostri tempi barbari hanno assoluto bisogno. Perché occorre perdersi per ritrovarsi. E la follia cristiana ci dà una lezione di rigore e leggerezza, ci insegna a capire che dietro un gesto bizzarro può nascondersi un tesoro di straordinaria saggezza.

Freud
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Andreoli, Vittorino

Freud

Marsilio, 06/06/2019

Abstract: Lo psichiatra che più di tutti ha esplorato e descritto le contraddizioni del mondo moderno affronta una nuova sfida: un "viaggio immaginario nella testa di Freud". Vittorino Andreoli ci riporta nella Vienna di fine Ottocento, per poi attraversare il Novecento e arrivare ai giorni nostri, alla ricerca delle radici di concetti e riflessioni che hanno profondamente influenzato il nostro modo di guardare alla storia dell'uomo e del suo comportamento. Con il tono della divulgazione scientifica, le vicende del padre della psicoanalisi vengono ripercorse in sette tappe: dai fondamenti della teoria – psiche, sessualità, inconscio, rimozione, complesso di Edipo, libere associazioni –, ai pilastri della tecnica psicoanalitica, dai sogni ai casi specifici, dal transfert alle critiche, iniziali e più recenti, fino al rapporto con la psichiatria e al tentativo di individuare quel che resta della sua eredità e cosa invece si può serenamente abbandonare. Nella consapevolezza che, per quanto il risultato dell'indagine porti a dubbi fondati, si tratta di una figura cardine della cultura moderna: "Non so quante guarigioni si possano attribuire alla psicoanalisi freudiana, non so se Dora sia stata felice dopo l'analisi, ma certo, al di là dei risultati terapeutici, Freud ha offerto un'idea capace di sconvolgere il modo di pensare di un'epoca".

L'uomo col cervello in tasca. Come la rivoluzione digitale sta cambiando i nostri comportamenti
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Andreoli, Vittorino

L'uomo col cervello in tasca. Come la rivoluzione digitale sta cambiando i nostri comportamenti

Solferino, 05/06/2019

Abstract: L'evoluzione tecnologica sta portando un grande progresso in molti campi della vita dell'uomo ma anche un impatto pericoloso sul suo comportamento.Gli smartphone su cui passiamo la maggior parte del nostro tempo sono oggi vere e proprie protesi di corpo e mente e stanno conducendo a una divisione tra due cervelli: il nostro e quello che "portiamo in tasca".Una relazione pericolosa, secondo Vittorino Andreoli, che in queste pagine ricostruisce origini e funzioni dell'organo naturale mettendolo a confronto con quello artificiale, che ne è figlio, per comprendere i rischi psicologici e sociali che la rivoluzione digitale, dal computer ai tablet, dall'invenzione del web all'avanzata della robotica, ha innescato per giovani e adulti, in famiglia, nei legami e sul lavoro.La nostra identità rischia uno sdoppiamento? L'intelligenza artificiale da appendice diventerà parte integrante del nostro corpo prendendo alla fine il sopravvento? Sono solo alcune delle domande cui questo saggio cerca di dare una risposta con un'analisi affascinante sulle nostre origini e il futuro prossimo che ci aspetta.

Il silenzio delle pietre
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Andreoli, Vittorino

Il silenzio delle pietre

Rizzoli, 16/01/2018

Abstract: Siamo nel 2028 e l'unica libertà che sembra essere rimasta all'uomo è la fuga dalla città. Così il protagonista di questo romanzo, ormai segregato tra le quattro mura della sua abitazione, terrorizzato anche solo dall'idea di aprire la porta, decide di andarsene. Lontano da tutti, dai rumori, dal caos, da un mondo dove è diventato impossibile vivere. Lontano da chi occupa abusivamente ogni spazio intorno a lui. Vittorino Andreoli immagina un futuro che somiglia molto al nostro presente, ma dove le ingiustizie si sono ancor più esasperate e, nonostante il benessere raggiunto grazie alle grandi scoperte, tutto parla di una situazione a un passo dal baratro. Una casa isolata, affacciata sull'oceano nel Nordovest della Scozia, sembra il luogo ideale per ritrovare un po' di pace: una baia abitata soltanto da uccelli marini e, a ridosso, montagne che nel tempo si sono trasformate per l'azione del vento. È qui, osservando la perfezione di un ambiente rimasto invariato dal giorno della creazione, nel silenzio delle pietre, che riesce finalmente ad analizzare con maggiore distacco le contraddizioni che lo hanno spinto a cercare la solitudine estrema. Inebriato da tanta bellezza, si lascia tentare dall'idea di non tornare mai più, trasformando quella che doveva essere una parentesi temporanea in una scelta definitiva. Eppure, anche l'idillio, visto più da vicino, rivela lati meno luminosi. Ma soprattutto, nella più completa solitudine, si cancella ogni possibile relazione umana, ogni sentimento si spegne. La distanza poi cambia la prospettiva e apre uno spiraglio di luce e di speranza sui mali della metropoli. Quest'uomo può forse tornare a indossare gli eleganti abiti di città che aveva chiuso in un armadio al suo arrivo in Scozia? O invece, chissà, un'altra libertà è possibile? In questo romanzo, un grande scrittore e psichiatra ci racconta il profondo disagio del nostro tempo, prestando al protagonista tratti inevitabilmente autobiografici, ma nei quali ciascuno di noi può riconoscersi.

Beata solitudine. Il potere del silenzio
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Andreoli, Vittorino

Beata solitudine. Il potere del silenzio

Piemme, 30/04/2018

Abstract: "Osservando il mondo, così rumoroso, inquieto, e così folle, mi viene voglia di silenzio, e di guardare ai monaci, che sono scappati dal mondo per capire il mondo". VITTORINO ANDREOLIIn questa riflessione affascinante - che non disdegna di soffermarsi anche sulle scelte radicali del monachesimo in tutte le religioni - lo psichiatra Vittorino Andreoli ci avverte che il silenzio è l'unica azione rivoluzionaria che può riportare equilibrio al nostro vivere.L'uomo è l'unico tra i viventi ad avere la peculiarità di "guardarsi dentro". E in questa sua capacità di "introspezione" giunge alla consapevolezza di essere lo straordinario frammento di una gigantesca realtà che sconfina nell'infinito. Si rende conto non solo di essere fragile, ma di essere "un frammento di polvere fragile".In tempi di ipertrofia dell'informazione e di spreco delle parole, "il silenzio parla, proprio perché non dice, e se in esso non si conosce tutta la verità, tuttavia si giunge alla certezza che la verità esiste".Solitudine e silenzio sono dunque necessari per un'igiene della psiche, per un'ecologia dello spirito, per nutrire una relazione feconda con se stessi, ritrovando così, nei rapporti con gli altri, quell'armonia spesso compromessa da aggressività e violenza, abusi e nevrosi. Andreoli denuncia il delirio delle metropoli contemporanee, mettendo in guardia dai danni dell'eccessiva mondanità, dell'ipocrisia delle relazioni, dell'iper-connessione virtuale.Ecco allora l'assoluta necessità di ritrovare una dimensione contemplativa della vita per riacciuffare il senso delle nostre esistenze e per dare spazio "a quel monaco che si nasconde nel profondo di ciascuno di noi, al suo bisogno di solitudine e di mistero, perché una vita pienamente umana non può fare a meno dell'invisibile".

Homo stupidus stupidus. L'agonia di una civiltà
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Andreoli, Vittorino

Homo stupidus stupidus. L'agonia di una civiltà

Rizzoli, 28/08/2018

Abstract: È DISPONIBILE il nuovo saggio di VITTORINO ANDREOLI "IL RUMORE DELLE PAROLE".È possibile scongiurare l'agonia in cui sta scivolando la nostra civiltà? Che ne è dell'uomo quando smarrisce i benefici garantiti dalla parte più evoluta del suo cervello? Quando delega le sue funzioni ad appendici digitali, vere e proprie protesi, innescando una regressione che cancella ogni traccia del salto evolutivo per cui è stato definito sapiens sapiens, diventando stupidus stupidus? Quando la nostra mente perde progressivamente la razionalità e l'affettività, e intanto muore l'etica, muoiono gli dèi, che vengono sostituiti dal denaro e dal successo? Vittorino Andreoli sa che l'uomo si può "rompere", come psichiatra ha seguito e curato molti pazienti aiutandoli a sollevarsi dalle loro cadute. Ecco perché non ha perso la fede nell'uomo e nelle sue possibilità. In queste sue nuove pagine vuole lanciare un allarme e spingerci a riflettere sulla regressione del nostro tempo, che rischia di cancellare le conquiste che hanno segnato la storia dell'Occidente. Convinto che la morte di una civiltà possa essere osservata e testimoniata, e che se ne possano indicare i segni premonitori, mette a fuoco tre comportamenti talmente diffusi da essere diventati regole: la distruttività, la caduta dei princìpi primi che sono alla base del vivere sociale e l'uomo senza misura. Intorno a questi tre grandi temi, svolge la sua analisi arrivando alla conclusione che l'uomo vada ormai escluso dall'ambito della sapienza. Il tratto che oggi lo definisce meglio è l'essere stupidus, secondo il significato etimologico, che condivide la radice con "stupore". Lascia infatti attoniti, sbalorditi, che un uomo possa assumere gli atteggiamenti dominanti nel nostro tempo, ma ancora più incredibile è che lo possa fare una comunità intera, un popolo. Un margine per invertire la rotta ancora c'è, per farlo occorre però riaffermare i princìpi che permettono il procedere della ragione, la bellezza della cooperazione contro l'esasperato individualismo, integrando sentimenti e razionalità.

Essere e destino
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Andreoli, Vittorino

Essere e destino

Marsilio, 08/02/2018

Abstract: Il destino ha davvero un'influenza sulle nostre vite, sull'essere, o è soltanto la reminiscenza di miti che appartengono agli albori della civiltà? E l'incontro con il limite, con la malattia, fisica o mentale, è parte di questo percorso già scritto o può essere scongiurato?Dopo aver trascorso la vita occupandosi della mente e dei suoi disturbi con gli strumenti della medicina, Vittorino Andreoli ha sentito il bisogno di andare oltre, di formulare un metodo diverso che si prenda cura dell'uomo "tutto intero" e, a compimento della sua avventura umana e professionale, ci consegna una visione della vita il cui fondamento è la costante promozione del bene per sé e per l'altro.Il suo messaggio è rivoluzionario: qualsiasi esistenza, indipendentemente dall'età e dalla condizione in cui ci si trova, può essere migliorata, in un percorso incentrato su una nuova disciplina da lui stesso fondata, il bendessere.Approfondendone le radici e le applicazioni, l'autore mostra come, seppur con variazioni linguistiche e diverse sfumature di significato, questa ricerca del benessere sia presente fin dalle origini nella storia e nella cultura dell'uomo, e ci accompagna in un affascinante viaggio attraverso i segreti dell'esistenza umana declinato secondo le tre dimensioni fondamentali del corpo, della mente e del nostro rapporto con il mondo circostante, che comprende la natura e le relazioni con gli altri.Oggi che – sostiene Andreoli – risulta sempre più difficile distinguere tra la follia dell'uomo e quella della società, dominata dalle apparenze e dal denaro, spendere la vita "il meglio possibile" è un'aspirazione realizzabile per tutti. Un progetto, in questo senso, "veramente umano".